OS CIRCUS SHOW

MONTEPULCIANO - Fortezza
venerdì 18 Luglio
Ore 21:00
programma

Opificio Sonoro
Andrea Biagini flauto/performer
Alice Morosi ottavino
Chiara Biagioli performer
Raffaella Palumbo clarinetto/performer
Filippo Farinelli performer
Francesco Palmieri chitarra elettrica/performer
Laura Mancini percussioni/performer
Federico Maria Sardelli voce recitante
Nicola Cappelletti regia del suono 

Karlheinz Stockhausen
(1928 – 2007)  

Der Kleine Harlekin
per clarinetto

Maurizio Tedde
(1996)

Nothing Really Rhymes
per chitarra elettrica ed elettronica
(prima assoluta, commissione 50º Cantiere)

Karlheinz Stockhausen

Zugenspitzentanz
per ottavino

Mirco Ballabene
(1981)

Meccanica di un rito
per flauto solo
(prima assoluta, commissione 50º Cantiere)

Francesco Filidei 
(1973) 

L’Opera (forse)
otto sketch in un atto per 6 esecutori e voce recitante

approfondimenti

OS Circus Show       


Sotto il cielo teso del tendone ogni figura è maschera, ogni ruolo è parodia. Il circo è il luogo in cui la realtà si traveste (e il giudizio si sospende), il dispositivo di vertigine che sfuma i confini col fantastico, in un delicato equilibrio tra controllo e caduta, tra presenza e finzione. Ed è proprio nella fragilità del meccanismo, nel rischio del virtuosismo esibito, che si compie la magia e che si gioca la sua verità.
Il primo personaggio ad apparire in scena è un clarinettista-mimo (Der Kleine Harlekin), figura clownesca che funambolicamente danza, suona, gira in tondo. Archetipo del teatro musicale stockhauseniano in cui il gesto si fa movimento coreografico. Così anche l’ottavino di Zungenspitzentanz – letteralmente “Danza della punta della lingua” – si muove in equilibrio tra una fitta trama di simboli e lo sberleffo di un irriverente gatto nero.
Il circo ha radici nei rituali arcaici, nei cortei, nei carnevali: eventi collettivi che sospendono l’ordine e rovesciano i ruoli. Mirco Ballabene ne prende le macerie e ne osserva i meccanismi (Meccanica di un rito), li smonta per guardarci dentro, come si osserva un congegno antico, logoro, difettoso. Anche Nothing really rhymes di Maurizio Tedde sembra provenire da un altrove remoto, una canzone semplice, dal sapore ancestrale. Nell’indecisione tra ciò che è reale e ciò che è fittizio le fonti sonore si confondono, la voce emerge timida con parole equivoche e frammenti melodici quasi infantili. 
Con L’Opera (forse), otto sketch in un atto su testo di Pierre Senges, Francesco Filidei porta in scena una grottesca storia d’amore tra un uccello e un pesce, in un incrocio giocoso tra dramma e opera buffa. L’ambiguità dei suoni, la meccanica della performance e i processi dietro all’illusione vengono svelati ed emergono come musica in sé, con gli interpreti ben visibili e non banditi dal pozzo orchestrale, alle prese con un vasto armamentario di richiami per uccelli, piccoli strumenti a percussione ed oggetti di uso quotidiano. 

biglietti

Posto unico: 10 euro

Per tutti i biglietti acquistati in prevendita, la maggiorazione prevista è di € 1,50

Info e prenotazioni: 0578758473
prevendita@fondazionecantiere.it

“Qui noi tutti siamo studenti
e al tempo stesso insegnanti”
HANS WERNER HENZE
Torna in alto