NOVE LUNE – LA VOCE IMMAGINATIVA

Storie di Ninnananne e alfabeti
Delilah Gutman voce narrata, canto e live electronics
Alda Dalle Lucche sassofoni
musica originale di Delilah Gutman e dalle tradizioni dell’Italia multietnica
(prima assoluta, commissione 50º Cantiere)
NOVE LUNE
La voce immaginativa, storie di ninnenanne e alfabeti
Opera poetica per voce narrata, canto, sassofoni e live electronics
“Nove lune” è un’opera poetica che nasce dall’incontro tra due voci, la “voce immaginativa” di cui la voce umana si fa interprete, e il suo alter ego, la voce del silenzio, di cui i sassofoni incarnano le molteplici forme sonore, in uno spazio immaginario dove l’elettronica evoca orbite di colori e paesaggi dell’altrove.
A scandire il tempo di “Nove lune” è la poesia, un orizzonte sonoro dove la Voce Immaginativa si alza come marea notturna dal sogno e ci conduce in viaggio attraverso i labirinti della vita, come boschi incantati, dove la composizione musicale svolge rotoli di memoria, evocando storie di ninnenanne e alfabeti nella scrittura di una musica del presente.
La ninna-nanna è una delle prime forme musicali da cui l’essere umano è toccato nell’ascolto e la sua origine s’intreccia con quella della serenata e della preghiera, della lamentazione e dell’invocazione, come della chanson e della canzone. Denominatore comune è l’emozione suscitata dall’incontro con la vita e la morte, la pesca e la terra, l’amore e la guerra. “Nove lune” è il sogno di un mantra di pace, una coralità dove il tempo impedisce che tutto accada simultaneamente: ascoltare un canto è come osservare le stelle, se il canto è autentico e brilla di luce propria, esso proietta nel presente il riverbero di un suono originato migliaia di anni fa.
Ecco che allora prende forma il viaggio dal nonsense delle sillabe in prestito dall’antica tradizione indiana del solkaṭṭu, che intrecciate ai suoni dei sassofoni creano oggetti sonori in movimento, a quelle di canti sorti dal gesto improvvisativo di una tradizione popolare millenaria, dove il ritmo incarna la ritualità antica dell’essere umano in cerca del suo Sé.
Ed è proprio un richiamo alla ritualità che la poesia, la cui origine si riscontra nel canto delle due voci, attua e organizza nell’azione sonora di “Nove lune”, dove la parola di un’Italia multietnica dipinge nuove geografie.
La lingua italiana s’incontra con l’inglese e l’ebraico, il francese e l’arabo, l’albanese e il tedesco, l’arbëreshe e il rumeno, il turco e il sardo, lo spagnolo e l’azero, il cinese e l’ucraino, il russo e il greco, il polacco e il mistero! E ogni lemma è testimone di canti che interrogano una storia collettiva.
La parola stessa s’identifica con l’esperienza dell’ascoltatore e se Albert Einstein si rivolgeva a Kurt Gödel domandando all’amico «Ma dove va il tempo che passa?», “Nove lune” suscita nell’ascoltatore, egli stesso viaggiatore e cuore pulsante di un canto da scoprire, una domanda a cui il pubblico sarà invitato a rispondere al termine dell’esecuzione: «Da dove giunge la voce umana?».
C’era una volta l’ombra del sogno, in cerca della sua luna; l’ombra ci rivela la luce e la luna il sole.
Posto unico: 10 euro
Per tutti i biglietti acquistati in prevendita, la maggiorazione prevista è di € 1,50
Info e prenotazioni: 0578758473
prevendita@fondazionecantiere.it



e al tempo stesso insegnanti”