IL CANTO DELL’ARGENTINA

MONTEPULCIANO - Chiostro della Fortezza
domenica 13 Luglio
Ore 21:30
programma

Aloisa Aisemberg voce
Juan Lucas Aisemberg viola
Hugo Aisemberg pianoforte

Astor Piazzolla
(1921 – 1992)

Pequeña canciòn para Matilde (testo di Pablo Neruda)
Milonga de Manuel Flores (testo di Jorge Luis Borges)
Che tango che (testo di Jean-Claude Carriere)
Rinascerò (testo di Horacio Ferrer)

Juan Lucas Aisemberg
(1967)

Como una brisa al atardecer

Astor Piazzolla

Michelangelo 70
Tristeza de un doble A

Alberto Ginastera
(1916 – 1983)

Milonga 

Astor Piazzolla

Ausencias 
Escualo 

Juan Lucas Aisemberg

Lo que quedò de un sueño 

Astor Piazzolla

Yo soy Maria (testo di Horacio Ferrer)
Obliviòn (testo di David McNeil)
Balada para un loco (testo di Horacio Ferrer)

approfondimenti

L’Argentina si racconta – canto musica e poesia

L’Argentina è uno di paesi con la più bella ed importante musica di ispirazione popolare con un folclore espressione dei diversi territori (Patagonia, Altopiano, La Pampa e altri) con storie che provengono dalle civiltà indigene che li popolavano già prima della conquista spagnola.

Il tango nasce a Buenos Aires, frutto della miscela culturale dei popoli arrivati a partire dalla fine dell’800 con un processo immigratorio di vaste proporzioni principalmente italiano. Originato dall’incontro tra l’Habanera, danza centroamericana, e la Milonga, danza argentina lenta, lirica e malinconica, trova nel tempo espressione anche nel canto.

Astor Piazzolla, Ariel Ramirez, Horacio Ferrer, Pablo Neruda (cileno), Jorge Luis Borges, Alberto Ginastera, Carlos Guastavino e altri non sono solo il simbolo della cultura argentina, con il loro volo fuori dai confini sono entrati nell’universo artistico del ‘900, saranno i testimoni del programma di questo concerto che vedrà anche due composizioni per viola e pianoforte di Juan Lucas Aisemberg.

Hugo Aisemberg ha dedicato la sua vita allo studio e alla diffusione della cultura argentina passando ai figli l’amore per la sua terra e la sua storia

testi tradotti

Pequeña canciòn para Matilde
(Pablo Neruda)

Le onde van,
il vento sparge azzurro e fragranza
con amor ti amo,
con amor dove vanno le onde
con noi, al piacere?
al piacere o al dolor non lo sappiamo, hay
con amor ti amo,
con amor così scorrono i giorni,
così li divoriamo
con frutta e fiori sei mia e ti amo
con amor ti amo, con amor
non temere le onde
anche se vanno verso il dolore
tutto andrà perdendosi, te e me resteremo
perché, amor mio, ti amo,
con amor
te e me fioriremo fino all’ultimo fior
fino all’ultima ora
e fino all’ultimo tremito
perché te e me amor mio
con amor ci amiamo, con amor

Milonga di Manuel Flores
(Jorge Luis Borges)

Manuel Flores và a morire
questa è moneta corrente
morire è un uso frequente
che sa avere la gente
e tuttavia dispiace dire addio alla vita
questa cosa che è di sempre
tanto dolce e conosciuta
guardo all’alba le mie mani
guardo nelle mani le vene con sorpresa
le guardò come se fossero d’altri
verranno i quattro spari
e con i quattro l’oblio
lo dice il mago Merlino
morire è essere nati
quante cose per le strade
quanti occhi avranno visto
chissà quello che vedranno
dopo il giudizio di Cristo.

Che Tango Che
(Jean-Claude Carriere)

Che, Tango, Che,
battuto, logorato
abusato e disilluso
che ha flirtato con me
che mi ha drogato
che mi ha mangiato
archiviato, minato
usurato ed eliminato,
Che mi ha corrotto
Che mi ha violentato
Che mi ha licenziato.
Che Tango Che,
rotto, bloccato
Solo e confuso
Che mi ha sfiorato
Che mi ha spaventato
E che mi ha imbrogliato
Che Tango Che.
Mi hai fatto volare
Mi hai fatto rotolare
Mi hai spogliato
Mi hai corrotto
Mi hai fatto svenire
Mi hai fatto perdere la strada
Mi hai preso in giro
Mi hai controllato
Mi hai fatto uscire
E mi hai lasciato deluso
Che Tango Che
Grattugiato, picchiato, drogato
Rotto, sventrato
Che mi ha viziato
Che mi ha festeggiato
Che mi ha scaricato
Che Tango Che.
Bandito, al nulla abbandonato
Che Tango Che
che mi ha fatto ubriacare
che mi ha fatto rotolare
e mi ha affondato
Che Tango Che
abbraccio di tango
tango spento
tango destino
Che Tango Che.
che mi ha inebriato
che mi ha rotto
ma che mi amava
Che Tango Che.

Rinascerò
(Horacio Ferrer)

Io nascerò un’altra volta
In una sera di giugno
Con questa voglia di amare
E di vivere più che mai
Rinascerò, è destino
Nell’anno 3001
Sarà una festa di colori
Nella mia bella città
I cani randagi
Abbaieranno alla mia ombra
Col mio modesto bagaglio
Giungerò all’aldilà
E inginocchiato sulla riva
Del mare trasparente
Un cuore nuovo di sale
E fango mi plasmerò
Verranno un vagabondo
Un pagliaccio, un mago
I miei immortali compagni
Diranno: “Forza, su!
Così! Così! Coraggio, fratello
Nasci che è duro
Ma difficile è il lavoro di morire
E di rinascere poi”
Rinascerò, rinascerò, rinascerò
E una gran voce extraterrestre mi darà
La forza grande e pura che mi servirà
Ritornerò, ricrederò e lotterò
E un fiore rosso all’occhiello porterò
E se nessuno è mai rinato, io potrò
Paese mio, secolo trenta, tu vedrai
Rinascerò, rinascerò, rinascerò
Rinascerò dalle cose
Che ho amato molto tanto
Quando le ombre della casa
Diranno: “Piano, è qui”
Io bacerò il ricordo
Dei tuoi occhi taciturni
Per terminare il poema
Che tralasciai a metà
Rinascerò dalla frutta
Di un mercato rionale
E dalla sciocca atmosfera
Di un romantico caffè
E dalle rovine di un piccolo
Paese terremotato
E dalla rabbia della gente
Del sud rinascerò
Tu vedrai che rinasco
Nell’anno 3001
Con gente che non c’è stata
Ma che allora ci sarà
Benediremo la terra
Terra nostra, io te lo giuro
Che questo paese di nuovo
Insieme si fonderà
Rinascerò, rinascerò, rinascerò
E una gran voce extraterrestre mi darà
La forza grande e pura che mi servirà
Ritornerò, ricrederò e lotterò
E un fiore rosso all’occhiello porterò
E se nessuno è mai rinato, io potrò
Paese mio, secolo trenta, tu vedrai
Rinascerò, rinascerò, rinascerò

Yo soy María
(Horacio Ferrer)

Io sono Maria di Buenos Aires!
Di Buenos Aires, Maria. Non vedete chi sono?
Maria tango, Maria del sobborgo!
Maria notte, Maria passione fatale!
Maria dell’amore! Di Buenos Aires sono.
Io sono Maria di Buenos Aires
Se in questo quartiere
la gente domanda chi sono,
presto molto bene lo sapranno
le donne che mi invidieranno
e ogni uomo ai miei piedi,
come un topo nella mia trappola, dovrà cadere.
Io sono Maria di Buenos Aires!
Io sono la più strega cantando e amando anche!
Se il bandoneón mi provoca … tiara, tata!
Gli mordo forte la bocca …’ tiara, tata!
Con dieci spasmi nel fiore che tengo in me.
Sempre mi dico “Dai Maria!”
Quando un mistero mi si arrampica nella voce!
E canto un tango che nessuno ha mai cantato
E sogno un sogno che nessuno ha mai sognato,
perche il domani é oggi con ieri dopo, che!
Io sono Maria di Buenos Aires!
Di Buenos Aires, Maria sono io, la mia città!
Maria tango, Maria del sobborgo!
Maria notte, Maria passione fatale!
Maria dell’amore! Di Buenos Aires sono.

Obliviòn
(David McNeil)

Pesanti, d’un tratto sembrano pesanti
le lenzuola e i velluti del tuo letto
quando perfino il nostro amore si fa oblio
Pesanti, d’un tratto sembrano pesanti
le tue braccia che mi cingono
già nella notte
Se ne va la mia barca, non si sa dove
le persone si lasciano,
oblio, oblio
Più tardi, altrove in un bar di mogano
i violini suonano di nuovo per noi
la nostra canzone, però è oblio
Più tardi, ci separiamo guancia a guancia
tutto si fa confuso
oblio, oblio
Breve, il tempo sembra breve
il conto alla rovescia d’una notte
quando perfino il nostro amore si fa oblio
Breve, il tempo sembra breve
le tue dita che sfiorano
la mia linea della vita.
Senza uno sguardo,
degli uomini s’allontanano
sulla banchina del treno
oblio, oblio

Balada para un loco
(Horacio Ferrer)

I pomeriggi di Buenos Aires
hanno questo non so che, vedi?
Esci di casa, attraverso Arenales [1]
Come al solito: nella strada e dentro di te …
quando, ad un tratto, da dietro un albero, io appaio.
Misto raro di penultimo vagabondo e primo sbirro nel viaggio verso Venere:
mezzo melone in testa,
sulla pelle le righe della camicia dipinte,
due mezze suole inchiodate ai piedi
e una bandierina di tassì libero in ogni mano. Tu ridi!
ma solo tu mi vedi:
perché i manichini mi fanno l’occhiolino;
i semafori mi danno tre luci celesti,
e le arance del fruttivendolo all’angolo
mi lanciano fiori d’arancio
Vieni!, che così, un po’ ballando e un po’ volando,
mi tolgo il melone per salutarti, ti regalo una bandierina, e ti dico….
So già che sono matto, matto, matto …
Non vedi che la luna passa attraverso Callao (2)
Che un corteo di astronauti e bimbi, con un valzer,
mi ballano attorno … Balla! Vieni! Vola!
So già che sono matto, matto, matto …
Io guardo Buenos Aires dal nido di un passerotto;
e te ho visto così triste … Vieni! Vola! Senti!
la pazza illusione che ho per te:
Pazzo! Pazzo! Pazzo!
Quando imbrunisce nella tua solitudine
di Buenos Aires [3],
verrò lungo il margine del tuo lenzuolo
con una poesia e un trombone
a svegliarti il cuore.
Pazzo! Pazzo! Pazzo!
Come un acrobata matto salterò
sull’abisso della tua scollatura finché non percepisci
che ho fatto impazzire il tuo cuore di libertà …
Si che lo vedrai!
Andiamo a volare, mia cara;
sali sulla mia illusione super-sportiva,
e andiamo a correre per i cornicioni
con una rondine nel motore!
Da Vieytes [4] ci applaudono: “Viva! Viva!”,
i pazzi che inventarono l’Amore;
e un angelo, e un soldato e una bimba
ci regalano un valsecito[5] da ballare.
La bella gente esce a salutarci …
E pazzo, ma tuo, chè ne sò!:
faccio ridere i campanili ,
e alla fine, ti guardo, e canto a mezza voce:
Amami così, matto, matto, matto …
Arrampicati in questa folle tenerezza che c’è in me,
mettiti questa parrucca da allodola, e Vola!
Vola con me ora! Vieni, Vola, Vieni!
Amami così, matto, matto, matto …
Apri agli amori che ora andremo a provare
la magica follia totale di ricominciare a vivere …
Vieni, Vola,Vieni! ¡Trai-lai-la-larará!
¡Viva! ¡Viva! ¡Viva!
Pazzo lui e pazza io…
Pazzi! Pazzi! Pazzi!
Pazzo lui e pazza io!

[1] via del centro di Buenos Aires
(2) via del centro di Buenos Aires
[3] nel testo originale: porteña . Porteño indica il patronimico di Buenos Aires. Cfr. i tanghi “Cuatro Estaciones Porteñas” di Piazzolla
[4] località della provincia di Buenos Aires
[5] Valsecito Criollo detto anche Tango vals o valzer argentino

biglietti

Posto unico: 10 euro

Per tutti i biglietti acquistati in prevendita, la maggiorazione prevista è di € 1,50

Info e prenotazioni: 0578758473
prevendita@fondazionecantiere.it

“Qui noi tutti siamo studenti
e al tempo stesso insegnanti”
HANS WERNER HENZE
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