Giovedì, 28 Luglio 2016 13:58

Il Pollicino di Henze torna dopo 36 anni al Teatro Poliziano

POLLICINO foto di Irene TrancossiMONTEPULCIANO – È l’opera per ragazzi più rappresentata al mondo, e va in scena in una nuova produzione curata da due dei nomi più autorevoli della lirica italiana contemporanea. Pollicino, la favola in musica scritta nel 1980 dal compositore tedesco Hans Werner Henze per i giovani di Montepulciano, venerdì 29 luglio alle 21.30 torna sul palco che l’ha vista nascere, quello del Teatro Poliziano, in occasione del 41° Cantiere Internazionale d'Arte. A firmare il progetto sono la regista Marina Bianchi e la scenografa Leila Fteita che ha disegnato anche in costumi. Si tratta di due influenti signore dello palcoscenico, scelte da Sofia Coppola nel maggio scorso per mettere in scena la sua "Traviata" al Teatro dell’Opera di Roma. In questa occasione lavorano ancora insieme per uno spettacolo che adombra l’incapacità degli adulti di prendersi cura dei piccoli, nell’impossibilità di nutrire le anime delle nuove generazioni. Il cast è stato selezionato valorizzando la creatività del territorio, secondo le volontà originaria del compositore. Interpreti esclusivamente poliziani quindi, talenti di tutte le età tra cui i figli dei ragazzi andati in scena con Henze 36 anni fa. Le musiche sono affidate all’Orchestra dell’Istituto di Musica “H. W. Henze”, diretta da Alessio Tiezzi. Luci di Pietro Sperduti e Gianni Trabalzini. In apertura, alle 20.30 il consueto appuntamento con l’aperitivo all’opera nel foyer del teatro per introdurre la rappresentazione.

 

Interrogata sul messaggio dell’opera, la regista ha spiegato: “Pollicino raccoglie un insieme di favole diverse – mescolando elementi tratti da Collodi, Grimm e Perrault – al cui centro rimane la terribile incapacità degli adulti di occuparsi dei bambini. Questo concetto è implicito nell’assenza di cibo all’interno della famiglia del piccolo protagonista (che può essere interpretata come un’incapacità di amare), e poi nell’alimentazione eccessiva in di quella degli orchi. I piccoli umani vengono abbandonati dai genitori, ma anche le figlie dell’orco e dell’orchessa sono creature non amate, che vivono uno spazio differente rispetto a quello occupato dal padre e dalla madre, senza neanche la sicurezza di esserne realmente le figlie. Alla fine della storia, però, sono i bambini ad avere la meglio.”

 

Pollicino 2016 prove con Marina Bianchi regista

La sfida di 36 anni fa ha cambiato la mentalità e le carriere di un’intera generazione e, come racconta il Corriere di Siena, alcuni degli interpreti di allora sono di nuovo sul palco, talvolta insieme ai loro figli. Tra questi c’è Eleonora Contucci che nel frattempo è divenuta una cantante lirica: “Per noi era come un gioco. Avevo dodici anni ed era la prima volta che mi avvicinavo al canto; ricordo quando il maestro Henze venne a scuola per selezionarci”. La soprano confessa che tornando ad interpretare Pollicino c’è ora un’emozione più intensa: “I miei due figli sono in scena con me, nel ruolo che avevo alla loro età ed è per me una delle gioie più grandi; sentire l’inizio dell’opera è come guardare una vecchia fotografia”. 

Foto di Irene Trancossi